Cosa vedere a Catania in un weekend. Alla scoperta non solo dei luoghi più conosciuti ma anche di piccole gemme poco “raccontate” nelle guide turistiche.
Cosa fare e cosa vedere a Catania in 48 ore? Questa è la domanda che mi sono posta prima del mio week-end.
Devo ammettere che le mie aspettative erano piuttosto basse. Ho scelto di trascorrere un week-end a Catania più per ragioni di “cuore”, ho degli amici carissimi che desideravo da tanto rivedere.
Ho visitato spesso Catania per lavoro non avendole mai dedicato il tempo che oggi, ritornata dal mio week-end, realtà avrebbe meritato.
In molte occasioni – e non sono la sola- ho inserito questa città sostando solo qualche ora per poi proseguire verso i suoi bellissimi dintorni.
Nulla di più sbagliato, fermatevi e scoprirete una città molto interessante ricca anche di luoghi insoliti scoperti grazie al mio personale cicerone.
Sono stata fortunata perchè Morris, oltre ad essere un mio caro amico è una guida turistica curiosa ed appassionata.
Non finirò mai di ringraziarlo per avermi mostrato la bellezza di questa città nonostante il caldo insopportabile ed il sole cocente.
Nonostante il caldo umido, la nostra innata curiosità e voglia di esplorazione non ci ha impedito di percorrere parecchi chilometri .
Ecco cosa vedere a Catania in due giorni, un itinerario che prevede non solo i luoghi più famosi ma anche alcune chicche.
Inizio il mio racconto con una curiosità … le origini del nome “Catania”.
Molte le ipotesi avanzate dagli studiosi ma la più accreditata sembra che il nome Catania derivi dal termine Katane che in greco significa grattugia riferito alla conformazione geologica del territorio lavico sul quale la città sorge.
Cosa vedere a Catania il primo giorno
Prima di scoprire la città ci coccoliamo con una gustosa colazione. In inverno il classico è il cornetto mentre d’estate la granita con la brioche è un must. Ma non solo, c’è l’imbarazzo della scelta salato e dolce… paste di mandorla, raviole alla ricotta, iris o un classico catanese, le cipolline una pasta sfoglia ripiena di cipolle fritte, prosciutto cotto e formaggio filante.
E’ un tripudio per gli occhi e per il palato. Noi optiamo visto il caldo per una granita buona ma non tanto come quella mangiata il giorno successivo – preparatevi block notes per segnare l’indirizzo- .
Il nostro itinerario per scoprire Catania inizia da Piazza Stesicoro dominata dalla statua di Vincenzo Bellini seduto su di una sedia circondato ai quattro lati della colonna da quattro statue che rappresentano le sue quattro opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata.
Alle spalle della statua il mercato ‘A fera o luni” colorato e popolare che attraversiamo per raggiungere la chiesa di San Gaetano alle Grotte.
Abbiamo a disposizione solo due giorni quindi è necessario fare una scelta. Morris mi conosce bene e sa che preferisco i luoghi meno conosciuti così decide di saltare la più famosa Basilica Santuario di Maria Santissima Annunziata al Carmine per visitare la suggestiva chiesetta San Gaetano alle Grotte una vera chicca.
La chiesa, la prima in città, sorge sulle rovine di un edificio religioso risalente al 261 d.C più volte distrutta e il luogo è legato ad una leggenda secondo cui qui sono state custodite le spoglie di Sant’Agata fino alla sua sepoltura eseguita nella Chiesa di Sant’ Agata La Vetere.
A prima vista il luogo delude, la chiesa semplice quasi spartana non dice nulla… ma quello che la rende speciale è la la sua cripta. Scendiamo attraverso una tortuosa scala, lasciandoci alle spalle il vociare del mercato per immergerci in un silenzio surreale.
Davanti ai nostri occhi una grotta di origine lavica con tracce di affreschi dedicati alla Madonna ed un piccolo altare con una colonna rimasta integra.
Originariamente una cisterna di epoca romana nel II secolo d.c. la comunità cristiana la scelse come luogo per seppellire i propri defunti. Non ha nulla di maestoso ma l’atmosfera che si respira è speciale.
Dove: Piazza Carlo Alberto 74
Aperta tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 17,00 alle 19,30. Costo per l’ accesso alla cripta:1 €
Usciti dalla chiesa ritorniamo in Piazza Stesicoro per visitare l’ Anfiteatro Romano o meglio del poco che è rimasto.
Il sito è piuttosto piccolo ma, scopro sorprendentemente – non ero a conoscenza- che è il secondo anfiteatro subito dopo il Colosseo. Il resto del sito è interamente sotterraneo sepolto dalle eruzioni dell’Etna e dalle abitazioni.
Il sito meno di un quarto dell’intera opera è visitabile- ingresso in piazza Stesicoro- mentre il resto è interamente sotterraneo sepolto dalle eruzioni dell’Etna e dalle abitazioni.
Faccio uno sforzo di immaginazione per percepire la maestosità di questo luogo esprimendo le mie perplessità che si dipanano quando Morris decide di portarmi in vico Anfiteatro. Qui osservo in altezza una parte del sito e riesco ad immaginarmi l’antica grandezza e – mi duole dire- anche l’indifferenza delle istituzioni perchè in totale abbandono.
Sulla piazza Stesicoro si affaccia la chiesa di S. Biagio o detta “Sant’Agata alla fornace” perché la leggenda narra che il martirio di Sant’Agata dei carboni ardenti sia avvenuto nella fornace posta all’interno della chiesa. Da qui ogni anno il 3 febbraio ha inizio la processione dell’offerta della cera alla Patrona della città: Sant’Agata.
Usciamo dal Vico anfiteatro per inoltrarci sulla Via Parrinello che, per l’occasione è addobbata in occasione del da strisce arcobaleno- simbolo LGB- per proseguire verso Via Crociferi.
Salendo le scale alle nostre spalle Villa Cerami con il suo maestoso ingresso sovrastato sovrastato dalla stella cometa stemma della famiglia Rosso di Cerami, gli antichi proprietari. 0ggi sede della facoltà di Giurisprudenza è visitabile ma per questo giro ho optato per altro. Quando hai solo un week-end – ahimè- è obbligatoria fare una scelta.
Siamo nel cuore del barocco catanese, Via Crociferi che fino all‘arco di San Benedetto è un susseguirsi di splendide chiese, monasteri e palazzi. Qui si affacciano tre bellissime chiese: San Francesco Borgia, San Giuliano e San Benedetto. Tutte e tre, purtroppo chiuse.
Ma, il “pezzo forte”a detta di tutti è il Complesso Monumentale Monastero delle Benedettine che purtroppo troviamo chiuso causa covid.
Patrimonio mondiale dell’ UNESCO, secondo più grande d’Europa dopo il portoghese Palacio Nacional de Mafra di Lisbona il Monastero benedettino di San Nicolò l’arena, mi racconta Morris, è un gioiello del tardo barocco siciliano.
Oggi sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, è assolutamente da vedere perchè la visita dei suoi antichi ambienti come la biblioteca con i suoi volumi o le celle dei monaci rendono questo posto incredibilmente bello.
Dove: Piazza Dante 32
Aperto tutti i giorni 9:00 alle 17:00 tranne in agosto dalle 11:00 alle 18:00. Costo del biglietto: 8 €.
Vi confesso che, appena tornata a casa, incuriosita sono andata a curiosare sul sito e mi sono guardata il tour virtuale. Mi è sembrato veramente bello. La sua visita rappresenta un ottimo pretesto per ritornare.
Al Monastero è annessa la chiesa di San Nicolo All’Arena visitata velocemente perchè stava per chiudere. Mi ha colpito per la sua immensità e per il contrasto tra il bianca accecante dell’interno e la facciata scura dell’esterno. Non vi lasciate ingannare dalla sua sobrietà perchè all’ interno c’è tanto da vedere.
La grande cupola, le candelore portate a spalla durante la festa di S. Agata e gli altari marmorei, la meridiana, il grande organo ed i sotterranei dove é ubicato il Sacrario dei Caduti sono gioielli di rara bellezza che rendono questo luogo assolutamente da inserire tra le cose da vedere a Catania.
Last but not least…il panorama dalla cupola dall’Etna fino al mare ma questo la prossima volta. I guardiani ci intimavano ad uscire perché era scoccata l’ ora X.
Indirizzo da segnare per il pranzo per un ottima arancina (e per dirlo una palermitana credete sulla bontà)
Dove: Savia in Via Etnea, 300. Tips : gustate anche le famose cipolline catanesi.
Proseguiamo la nostra passeggiata tra via Teatro Greco e via Vittorio Emanuele che riserva delle sorprese. Improvvisamente dal nulla “incastrati” tra abitazioni popolari appaiono un anfiteatro ed un teatro caduti quasi nell’oblio. E’ proprio desolante ammirare queste opere d’arte in semi abbandono. Questa è la Sicilia, croce e delizia! Provo- confesso- rabbia.
Nonostante questa visione mi rattrista non riesco ad essere innamorata della mia terra. Basta uno sguardo alla bellezza di questa terra che gli perdono tutto o quasi…
Proseguiamo per il centro storico perdendoci tra vicoli e stradine, fermandoci in qualche bottega artigianale. Si è fatta ora di cena e ci fermiamo in un localino molto accogliente. Mangiamo un ottima pizza.
Dove: Al Vicolo Pizza &Vino in Via del Colosseo, 5.
Cosa vedere a Catania il secondo giorno
Oggi – devo ammettere- dopo la scarpinata di ieri ce la siamo presi più comoda. Iniziamo la giornata con la visita di Villa Bellini, uno dei più grandi e più antichi parchi della città.
Dedicato al musicista Bellini nacque nel ‘700 per ordine di Ignazio Paterno principe di Biscari. Ottimo per una sosta ed una dal caldo afoso.
Usciamo da Villa Bellini inoltrandoci per Via Etnea fino ad arrivare in Piazza Duomo. Qui si affacciano la famosa fontana dell’Elefante, simbolo della città, il Municipio e la fontana Ameano.
Oltrepassiamo la fontana Ameano e ci immergiamo nei sapori, odori e colori del Mercato U’ Piscaria.
Noi siamo arrivati tardi ma per assaporare la vita locale del mercato è meglio andare presto. Gironzoliamo un pò, troppo caldo abbiamo bisogno di una sosta per rifocillarci e cosa c’è di meglio di una buonissima granita e brioche con il “tuppo”.
Ci spostiamo in Piazza Bellini per una granita super buona e ce la godiamo seduti con vista sul teatro.
Ice Comis Cafè in Piazza Vincenzo Bellini 8. Tips: La granita di pistacchio super.
Dopo la pausa rigeneratrice è arrivato il momento di scoprire Catania dall’alto dalla chiesa Badia di Sant’Agata.
A pochi metri dal Duomo si erge questa piccola chiesa che- a mio avviso- è un luogo assolutamente da visitare non tanto per la chiesa ma per la sua terrazza e la sua cupola da cui si ammira un panorama mozzafiato.
Ex convento di clausura dalle terrazze le monache ritirate in convento “spiavano” le attività della città e seguivano la processione. Dalla cupola, invece io ho la fortuna di assaporarmi la libertà godendomi la città ai miei piedi e penso quanto doveva essere dura la vita di clausura.
Dove: Via Vittorio Emanuele II.
Aperto da mercoledi a sabato dalle 9:30- 12:30 e alle 17:30- 20:30 tranne il martedi aperto solo la mattina. Costo del biglietto per accedere alla cupola ed alle terrazze: 4 €.
Tips: andate al tramonto. Esiste anche l’ascensore per chi non volesse salire a piedi ordinaria.
Concludiamo il tour culturale per cambiare decisamente registro. Morris decide di portarmi in un luogo che, a suo dire, mi piacerà molto: San Berillo alle spalle del Teatro Massimo Bellini.
I miei due giorni catanesi si concludono alla grande perchè questo luogo mi piacerà assai. San Berillo è un ex- quartiere a luci rosse, ancora oggi un luogo difficile perchè zona di spaccio e di micro criminalità.
Entrare nel quartiere di San Berillo è come immergersi in un eccentrico quartiere bohémien.
Un dedalo di viuzze con case abbandonate, vicoli fatiscenti muri sventrati sono risorti a nuova vita grazie all’iniziativa di associazioni che hanno impiegato l’arte per trasformare un quartiere decadente in un posto speciale.
Murales, scritte sui muri, vecchi oggetti caratterizzano tutto il quartiere oggi denominato San Berillo District. Questo quartiere mi è piaciuto tantissimo tanto da concludere la serata cenando nel pub First nel cuore di San Berillo.
Dove: Via Martinez 13
Dove dormire
Io sono stata ospitata ma il mio cicerone mi ha indicato qualche posticino carino in pieno centro con un ottimo rapporto qualità e prezzo.
Il leone Blu ed Asmundo di Sigira.
E’ ora di ripartire, si conclude il mio itinerario di due giorni. Lascio Catania porgendole le mie scuse per averla snobbata per anni e con la consapevolezza che la mia esplorazione non si è conclusa qui e che presto tornerò per scoprire altro. Moltissimo devo ancora vedere… il castello Ursino, i festeggiamenti di Sant’Agata, il Monastero e tanto altro.
Ciao Catania a presto!
Se non hai la fortuna di avere un cicerone come Morris vi consiglio alcune escursioni:
Free tour della Catania alternativa
Tour dell’Etna in fuoristrada al tramonto
Tour della street art di Catania
Giro in veliero a Catania al tramonto
Tour di Catania e Aci Castello in bici
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Conoscevi Catania? San Berillo ti è piaciuta? Se hai altri luoghi magari insoliti scrivimi nei commenti, mi farai felice.
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