Squilli di tromba, rullo di tamburi, adrenalina allo stato puro… ecco il mio primo articolo. Scrivere come leggere di viaggi mi fa ripartire con la mente, sognare e rivivere le emozioni trascorse.
E per questo “battesimo” ho scelto il mio ultimo viaggio in Tanzania a febbraio di quest’anno.
Perché febbraio?
Febbraio è il mese del mio compleanno e già da alcuni anni ho sposato la meravigliosa consuetudine di girovagare per il mondo. Ripongo nel cassetto ansie, problemi, pensieri negativi. Metto tutta la mia vita in stand-by e parto felice e libera verso l’ignoto.
Esiste d’avvero il mal d’Africa?
La risposta è assolutamente si ed è una sensazione che si presta a mille interpretazioni soggettive ma tutte con un denominatore comune, una struggente e fortissima nostalgia per i paesaggi spettacolari che solo questa terra regala.
In Africa percepisci la presenza di Dio di un’entità superiore, un’artista spirituale capace di creare quadri naturali meravigliosi che nemmeno l’artista più raffinato saprebbe realizzare.
Albe e tramonti esplodono in mille colori, viola intenso, rosa pallido, nero profondo, giallo intenso del sole della Savana ed il verde brillante dei baobab.
Quale la cura?
La mia… prendere un volo “ Ethiopian Airlines” e lasciare le mie impronte in Tanzania. Un itinerario che mi ha condotto in giro per le immense savane erbose del Parco Serengeti , l’oasi naturalistica del Parco Lake Manymara e lo spettacolare Cratere Ngorongoro per poi tuffarmi nel blu del mare di Zanzibar.
Kilimangiaro Airport:Arusha
Base di partenza per un safari nei parchi del nord è Arusha.
Atterrare nel suo piccolo aeroporto il “Kilimangiaro Airport” può costituire un’ esperienza curiosa. Per chi visita l’Africa la prima volta l’impatto con un tipico aeroporto africano, soprattutto di piccole dimensioni, (quello di Zanzibar è ancora più caotico) può creare un attimo di smarrimento.
Dimenticatevi i severi controlli europei, nastro trasportatore per le valigie”,- oggetto non meglio identificato”- e tempi frenetici.
In Africa al ritmo “pole pole”(piano piano) tutto funziona e per tutto si trova una soluzione. Bando allo scetticismo le vostre valigie arriveranno sane e salve.
Hakuna Matata (nessun problema)!!!
Dopo i consueti controlli e ritiro bagagli, abbastanza rocambolesco, usciti dall’aeroporto ci travolge un caldo afoso e una calca di gente variopinta e variegata.
Tassisti improvvisati, parenti che gesticolano, bambini urlanti e tra questa moltitudine di volti cerchiamo il nostro driver con cui avevo concordato tramite l’hotel un pick-up.
Dopo aver atteso un po’ realizziamo che non si sarebbe mai presentato.
Decidiamo quindi di prendere uno di questi ragazzi pseudo tassisti improvvisati che si è rivelato come la maggior parte delle persone conosciute, gentile e disponibile.
Certo non vi aspettate una limousine con servizio a bordo, musica lounge ed aria condizionata.
Niente di tutto questo. Solo caldo, molto caldo.
La nostra aria condizionata era il venticello torrido che proveniva dai finestrini abbassati.
Finalmente dopo questo viaggio all’insegna del comfort siamo arrivati all’ hotel Venus Premier di Arusha, altamente consigliato.
Arusha: la porta di ingresso del Parco Serengeti
Prima tappa, Parco Lake Manymara, un piccolo parco verdissimo ha lasciato nella mia memoria un’immagine sfocata come le vecchie fotografie color seppia perché la visita al Serengeti ed il Ngorongoro hanno conquistato un posto speciale nel mio cuore.
Comprendo perché il popolo Masai ha dato a questo luogo il nome Serengeti, ossia “pianura sconfinata”, ampi spazi a perdita d’occhio, oltre i limiti dell’orizzonte in cui milioni di prede e predatori abitano in un pacifico equilibrio.
E’ abbastanza comune,infatti assistere ad un leone pigramente adagiato sul verde manto della savana accanto ad una buffa antilope che muove nervosamente la sua codina.
Una situazione che a prima vista potrebbe sembrare insolita, ma ad eccezione alba e tramonto, momento di caccia queste due specie possono vivere fianco a fianco in reciproco rispetto.
I predatori non uccidono come l’uomo per cupidigia, potere o soldi ma solamente per sopravvivenza e per proteggere i loro cuccioli.
La natura non è mai cattiva.
Scene come cinque cuccioli di leone con la loro mamma, due leoni in accoppiamento, una moltitudine di zebre “raglianti”(il loro verso, infatti,assomiglia a quello dell’asino) un ghepardo a caccia,mi rimarranno impresse nella memoria per tutta la vita.
El NkKoronkoro
Dopo il Serengeti, attraverso strade ripide e tortuose arriviamo al “El NkKoronkoro”, nome che i Masai hanno dato a questa zona, che nella loro lingua,significa “dono della vita”, dimostrando il profondo rispetto che hanno per questa terra che li nutre e li disseta da secoli.
Questo luogo è l’unico ad essere abitato dalla tribù dai mantelli rossi.
Entrati nell’area di conservazione del Ngorongoro, il primo incontro con il cratere dall’alto, non è stato amore a prima vista anzi, devo ammettere, piuttosto deludente tanto da pensare di aver sbagliato ad aver inserito nel programma questo luogo.
Mi sono detta ” Ma cosa ci andiamo a fare in questo cratere vulcanico o meglio in questa immensa caldera vuota e desolata”
Si perché in realtà non è un vulcano ma una caldera enorme formatasi milioni di anni fa in seguito al crollo di un vulcano.
Eravamo cosi in alto che la vista, seppur spettacolare, non aveva suscitato in me nessuna emozione.
Ma dopo mi ha travolto la passione che mi ha lasciato senza fiato.
Il cratere di Ngorongoro è un luogo magico dove regna la musica della natura, il silenzio rotto solo dal rumore del vento e dal passaggio di enormi branchi di zebre, gnu, iene ed ippopotami.
Seduta nella mia jeep ringraziando la natura di questo meraviglioso spettacolo mi sono goduta questo luogo di assoluta bellezza e di incredibile concentrazione di animali.
Per chi ama il safari la Tanzania con Ngorngoro ed il Serengeti è una meta assolutamente da non perdere.
Dopo il Sud Africa il Kenya, il safari in Tanzania è quello che mi è rimasto più nel cuore soprattutto per la quantità di animali ammirati: eleganti giraffe, tenere antilopi, agili gazzelle, goffi elefanti, timidi ghepardi, stizzosi babbuini.
In Africa si dice che chi riesce a vedere i Big Five – leone, leopardo, elefante, rinoceronte e bufalo – in un unico viaggio è fortunato.
Nel mio campo tendato difronte un tramonto mozzafiato riflettevo quanto ero stata fortunata e privilegiata ad aver osservato tutti i Big Five a distanza talmente cosi ravvicinata che con un pizzico di fantasia avrei potuto immaginare di accarezzare la folta criniera del leone, la pelle grinzosa di un elefante o il soffice mantello di una giraffa.
Arrivederci Tanzania,terra meravigliosa!
Avete intenzione di partire per un safari in Tannzania ecco un post che fa per voi Consigli utili per organizzare un Safari nel Serengeti