Viaggiare in Smart con Claudio per scoprire il mondo
E’ possibile viaggiare in Smart per scoprire il mondo in Smart? Assolutamente si ed a raccontarlo è Claudio Quercioli il protagonista di una incredibile avventura in giro per il mondo con la sua inseparabile “amica” a quattro ruote.
La sua storia mi ha parecchio affascinato cosi ho deciso di ospitarlo sul mio blog per farvi scoprire un viaggiatore “anomalo”.
Mi ricorda in versione light un grandissimo esploratore e giornalista Giorgio Bettinelli perché come lui Claudio ha deciso di esplorare il mondo in modo originale.
Bettinelli “in compagnia” di una vecchia Vespa, lui con la sua inseparabile Smart.
Prima di conoscere la tua affascinante avventura Claudio presentati.
Ciao a tutti mi chiamo Claudio, ho 34 anni e nella vita sono un cuoco. Amo viaggiare, la “strada” ed il vagabondare per il mondo mi rende felice.
Di vita ne ho solo una e la voglio sfruttare per scoprire il nostro meraviglioso pianeta. Il mondo è li che ci aspetta e sta solo a noi intraprendere la strada per vederlo. Ho iniziato nel 2005 a viaggiare e da allora non mi sono più fermato.
Che tipo di viaggiatore sei?
Fin da ragazzo sono stato assetato di conoscenza e curiosità. Per me viaggiare è scoperta non rappresenta una corsa per piazzare bandierine o bramosia di apparire sui social per dire “ci sono stato”.
Amo esplorare, interagire, mettermi alla prova e godermi ogni piccola cosa di un viaggio. Perché il viaggio non è solo il punto finale ma è tutto quello che c’è in mezzo.
Quando hai iniziato a viaggiare?
Il mio primo viaggio a Madrid a 15 anni con la mia vespa. A quell’età avevo già le idee chiare.
Avrei viaggiato perchè ero certo che mi avrebbe trasformato in una persona diversa, certamente migliore.
E così è stato perché ogni volta che ho potuto ho esplorato via strada un pezzetto di mondo alla volta.
Da allora è passato tanto tempo e tanti viaggi fino al viaggio con la V maiuscola quello con la mia Smart.
Sono curiosa…come mai hai deciso di viaggiare proprio in Smart?
La storia, se si può definire così, con la mia piccola smart inizia nel 2010. Da allora ho iniziato a viaggiare in Smart e non ho ancora smesso.
Il mio pellegrinare inizia in moto, ho percorso più di 126.000 km in giro per l’Europa centrale.
Dopo un’ ”onorata carriera” la mia Aprilia improvvisamente decise di andare in pensione così fui costretto a pensare ad un altro mezzo.
Ricordo ancora come se fosse oggi una giornata luminosa, inondata dal sole in cui avvenne l’incontro con la mia futura “compagna di viaggio”.
Non so cosa successe, non aveva grandi cose ma rimasi folgorato. Gli sussurrai dolcemente che avremmo insieme girato il mondo.
La mia promessa è stata mantenuta, anno dopo anno abbiamo vissuto esperienze straordinarie ed un pezzetto alla volta sto cercando di onorare questa promessa fatta a lei e a me stesso.
Quando hai iniziato a viaggiare in Smart, qual è stato il tuo primo viaggio ?
Il mio primo viaggio in Francia nel 2010. Da allora è stato un susseguirsi di avventure perché più la sfida si faceva grande, più mi divertivo come un bambino in un luna park.
E così mi spingevo sempre più lontano… Capo nord in Norvegia a novembre, la Lapponia a -27 gradi, la Germania, i Paesi Baltici, la Turchia, praticamente tutta l’Europa.
Nel luglio del 2019 in Norvegia, dopo anni in giro per l’Europa, dentro la mia tenda pensai :”ma se sono arrivato fino a qui perché non provare ad andare oltre?”.
E così è stato dopo tre mesi di preparativi, la partenza il 7 ottobre 2019 per la grande avventura.
Ho viaggiato 42000 km in sei mesi per l’ Europa, Russia, Asia e Medio Oriente, .
Sapete cosa mi ha fermato l’11 marzo 2020? Il covid19. Io e la mia smart in solitaria un viaggio incredibile.
È stato semplicemente straordinario, ho scoperto così tante realtà. Il mondo è fantastico e sono le persone che lo rendono unico.
Hai mai sofferto la solitudine?
No, sono partito da solo ma in realtà da solo non lo sono mai stato. Dalla Russia, al Kazakistan fino alla Turchia ed Ucraina sono sempre stato accolto con calore e, spesso anche ospitato.
Un ‘accoglienza che a pensarci ancora oggi ancora mi emoziona. Un viaggio è poter entrare in casa delle persone, condividere con loro la mia vita, ascoltare la loro, partecipare alla quotidianità.
Viaggiare in solitaria- a mio avviso- non significa essere soli perchè nel mondo c’ è tanta gente pronta a relazionarsi ed accoglierti.
Durante questo lungo tour avevi già pianificato anticipatamente le tue tappe o ti sei lasciato guidare dall’ispirazione?
Ci sono viaggi in cui si parte e dove si va si va. Ci sono altri come il mio che necessitano una lunga pianificazione legata a parecchi aspetti.
Uno, per esempio è rappresentato dal visto necessario per entrare in determinati paesi come la Russia, il Turkemistan, l’Iran o la Georgia.
Un viaggio come questo ed in questi paesi è necessario pianificare preventivamente alcune cose.
Altre si possono modificare senza problemi.
Qual è stata l’esperienza più emozionante durante questo incredibile tour?
Mi ricorderò per sempre quel poliziotto armeno alla frontiera che dopo avermi messo il timbro sul passaporto mi ha abbracciato e ringraziato per aver visitato il suo paese.
O cinque locali che mi sono venuti a soccorrere in mezzo al nulla in Kazakistan dopo che, accidentalmente avevo forato la coppa dell’olio.
Senza che nessuno di loro parlasse la mia lingua, indicandogli il problema mi hanno trainato la macchina, riparato il danno e non solo.
Mi hanno offerto una cena da leccarsi i baffi ed ospitato per la notte perché mi hanno fatto capire che poteva essere pericoloso viaggiare con il buio.
Cosa potevo chiedere di più? Nei momenti di difficoltà, bisogna sempre stare tranquilli perché prima o poi qualcuno verrà ad aiutarvi.
Ed è proprio qui che ho imparato la calma e l’ho fatta mia.
Hai mai provato paura o senso di disorientamento?
Non mi sono mai trovato in situazioni particolarmente spiacevoli o avvertito paura.
Sarà stato per la macchina o per il mio sorriso costante ma, fortunatamente non mi sono mai trovato in situazioni particolarmente nefaste
Le situazioni più “snervanti” , probabilmente le ho vissute alla frontiera terrestre in Iran dove sono stato fermo nel limbo per 32 ore senza passaporto e libretto della macchina che mi sono stati restituito dopo aver pagato.
O alla frontiera dell’Azerbajian, è successo un putiferio dopo che poliziotto si è accorto dell’adesivo sulla mia macchina dell’Armenia (in mezzo ad altri 56). Sono venuti agenti, capi della polizia. Mille domande del perché ce l’avevo con la conclusione che me l’hanno fatto staccare e buttare.
Solo dopo tutto questo si è ristabilita la calma e sono potuto entrare in Azerbaijian.
Penso che la paura debba essere gestita altrimenti si viene sopraffatti e possono sorgere problemi seri.
Secondo te quest’avventura è alla portata di tutti? Quali doti o capacità necessitano per seguire la tua avventura?
Penso di si anche se tante persone mi hanno detto che loro non l’avrebbero mai fatto.
Mi hanno detto anche che ero un eroe, esagerati. Gli eroi, credetemi sono ben altre persone e non io. Basta credere in se stessi, sapersi adattare e arrangiarsi per affrontate un viaggio di questo tipo.
Il viaggio incomincia proprio quando usciamo dalla nostra confort zone (citazione di Gianluca Gotto), quando vengono stravolte le nostre abitudini e ci troviamo di fronte a noi stessi.
Sono una persona semplice e tutto ciò che ho fatto è solo la realizzazione dei miei sogni. Quindi il consiglio che posso dare è di mollare gli ormeggi, non aver paura perché il mondo aspetta solo voi.
E’ stato un viaggio costoso?
Non ho grandi capitali, mi sono imposto un budget, tra i 40 e i 45 euro al giorno e così è stato.
Ho dormito in tante case, negli ostelli oppure in tenda. Se sforavo il budget decidevo di dormire in macchina e di cucinarmi con i mei fornellini.
In Armenia, mi ricordo di essermi fermato in una piazzola di sosta per preparami un piatto di pasta.
Questo è stato un piatto di pasta che non potevo non condividere perchè ha attirato, sarà stato il profumo dell’aglio o della pancetta tutti i camionisti fermi in quell’area.
Piccole cose che ci fanno capire quanto è bello viaggiare.
La tua prossima avventura?
Bella domanda, ci sto pensando da quando sono tornato. Nei prossimi due anni lavorare sodo e concedermi se potrò qualche viaggetto in Italia o in Europa.
Raccolto qualche soldino voglio portare la mia smart in America e fare tutta la panamericana.
Un sogno che sono certo realizzerò. Avverto già lo sfarfallio nello stomaco, l’emozione solo a pensare già alla mia prossima avventura.
Perché un viaggio inizia dal momento in cui si comincia a fantasticare.
Prima di lasciarci ti faccio un’ultima domanda. Hai mai pensato di scrivere un libro su questa tua straordinaria avventura?
Ci sto pensando, ho tutti i miei appunti di viaggio e già un titolo “il mondo è la nostra casa, la strada il mezzo per vederlo tutto” .
Datemi però tempo perchè scrivere un libro è più difficile che farsi 100.000 km.
Grazie Claudio per la nostra bellissima chiacchierata ed in bocca al lupo per la tua prossima avventura.
Nel frattempo per chi volesse seguire le avventure di Claudio lo potete seguire in fb puoi trovarlo in Facebook come Smart Explorer mysmartexplorer o in IG come gherga_viaggiatore.
Ti è piaciuta la chiacchiera con Claudio? Cosa ne pensi della sua storia?
Ti piacciono le chiacchierate con altri viaggiatori? Scopri l’ Oman con Cristina un’italiana che vive e lavora da tempo in questo affascinante paese.
Federico Mei
Bellissima storia e grande esempio … certo viaggiare preferirei usare un Van che una smart ahhh
Deb di Valentino
Una scelta coraggiosa partire in Smart ma non è il solo ad aver utilizzato mezzi “insoliti”. Pensa che lo scrittore- giornalista Bettinelli ha viaggiato in giro per il mondo in Vespa.